Di diamante e del mio nome
ho coperto la facciata
senza verso che la forca
si riveli inusitata
Sulle ali di falena
ho volato senza sosta
tra le cuspidi e le cime
di una strada mai composta
E nel sonno della sera
ho rinchiuso i sogni antichi
nell'essenza di rugiada
quella vita tosta e vera
Che mi ha fatto irriverente
sognatore e discordante
fin dal logico ansimare
della strenna di Natale
Non conosco il caval nero
ne la torre, aborro il male
me ne frego della massa
dell' accento e del plurale
Nei miei versi spacco il pelo
con la picca dell'errante
ma dal fondo dell'averno
resto sempre equidistante
Non la voglio la iattura
ne la fama di Nerone
quell' infame fregatura
che s' impalma col forcone
Volo alto e solitario
tra le anime mediane
non pretendo Cresi od ali
ricompense mai cercate
Solo virgole lasciate
tra le vite di chi amo
niente drammi o perfezioni
tatuaggi o segni antichi
E restare solo un soffio
nel respiro del creatore
quando l'anima si unisce
e dissolve ogni perchè...
Marco Casini
01/02/2012
ben ritrovato...
RispondiEliminacaro Marco!
Serenità
:-)claudine
Ma bravissimo! :-D Questa è una poesia di quelle che piacciono a me: "musicali", con le rime giuste al posto giusto, e con un contenuto significativo ;-)
RispondiEliminaBen ritrovato caro Marco! Ancora di più perché ormai ti avevo messo tra i "dispersi"! ;-)
... e di Cristina, l'altra grande dispersa, che ne é? :-|
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