Strugge rugiada sui campi desolati
che del morir d’amore m’ero perso
sui lividi contorni appollaiato
e niente lì nasceva, ne annaffiavo
la mandria nei dolori ammanettata
Oggi che giro il vento e mi ricordo
che il sole ardeva nuovo contro il cielo
quando negli occhi tuoi guardavo ancora
e mi rideva il fato nel cammino
contando cento passi nella via.
Ma t’amo al vento, ancora so gridare
come si fa a gran voce senza posa
quand’urla tra le righe desolate
di un pentagamma stanco ormai ingiallito
mai mai dimenticato dentro al petto
E fuor dagli occhi luccica d’argento
la pioggia antica che riflette il cielo
ogni qualvolta sento il tuo profumo
tra i passi neri dell’ ipocrisia
e del morir m’è grato il firmamento.
Quando rinasce il sole e vado via…
Marco Casini
Giugno 2010