Nel pulpito d'ognora m'arrovello
a rimirar nel sangue dell'agnello
quel che la vita brama e quel ch'è stato
riflesso nel salato e nel disperso
Sol che la quiete m'appiattisce il verbo
e nel mio senso perdo le paure
dello stormir dell'ali tutto intorno
e del respiro il corpo mio s'è pago
Vissi ch' ognora mi battesse il petto
nei soliloqui dell'eterna vita
e nel ramingo fusi la mia mente
con la quaderna delle stelle errate
Finchè morir d'aurora fu il mio solo effetto
e la mia voce si protrasse incontro
ai verdicupi di quel prato avvezzo
alle carezze deste di un'estate
Queste parole sono il senso e solo
quello ch'esprime ancor la mente mia
quando' s'appassa il senso delle cose
e la mia voce canta poesia...
E dell'amor mi copro e le sue fronde...
Dicembre 2009
Pubblicata con lo pseudonimo Jorghe Thaliesin